La Colonia felice: utopia lirica (terza edizione)
traeva alla spiaggia, fiso ogni sguardo alla rada e ad una balda fregata. Era quella la patria, tanto narrata dai vecchi e tanto dai giòvani udita, la già
La Colonia felice: utopia lirica (terza edizione)
altrimenti. Chè, se il lor piede si tratteneva, puranche, sovra i terreni che mano mano lor guadagnava il lavoro, scorrèa l'àvido sguardo e ristava in que
La Colonia felice: utopia lirica (terza edizione)
mollìssimo velo. Tecla alzò le palpèbre, riposò piani gli occhi su Gualdo e gli arrise. Lo sguardo di lei sarèbbesi detto indrizzato. Vi si leggèa
La Colonia felice: utopia lirica (terza edizione)
piuttosto filaccie a mal nascoste ferite. Benchè comune fosse stato il delitto, si evitàvano, a muta, lo sguardo. Non era ancor l'odio al peccato, ma
La Colonia felice: utopia lirica (terza edizione)
importa la memoria in altrùi agli obliati di sè? E, a pensier tale, in amarìssima goccia si spegneva lo sguardo, che, molti, di sè medèsimi ingannatori
La Colonia felice: utopia lirica (terza edizione)
, quasi tementi incresparle, pur con un rùvido sguardo, il piano specchio del sonno. Ma la fragilità della bimba risovveniva la dura vita che la attendeva
La Colonia felice: utopia lirica (terza edizione)
, ch'era un solo sorriso, tacendo, chè nulla avèa ad insegnare a quella gentile, cui il Cielo era stato il maestro, e suggendo dall'aerino suo sguardo
La Colonia felice: utopia lirica (terza edizione)
, cui il sole avèa dato il colore alle chiome, i gigli e le rose alle guancie, e alla pupilla il cielo. E Forestina, tendendo lo sguardo all'altìssimo
La Colonia felice: utopia lirica (terza edizione)
immoti, accompagnàndole con gli occhi intensi di sguardo. Quantunque, corrotti il palato dal pimento dei vizi, male potèssero assaporare la tenuità di un
La Colonia felice: utopia lirica (terza edizione)
dissimulàrselo. E giràvano, interrogante, lo sguardo, ora alla ignota terra, seguèndone il dorso montuoso, findove, digradàndosi e incelestendo, sfumava
La Colonia felice: utopia lirica (terza edizione)
superbamente, e lo sguardo di lui esigeva l'applàuso. Umanità vanitosa, che, non potendo della virtù, ti glorii del vizio! Senonchè, Aronne, ghignando: - Vera