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La Colonia felice: utopia lirica (terza edizione)

663226
Dossi, Carlo 11 occorrenze
  • 1879
  • Stab. Tip. Italiano DIRETTO A L. PERELLI - Ditta Libraria di NATALE BATTEZZATI
  • prosa letteraria
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La Colonia felice: utopia lirica (terza edizione)

traeva alla spiaggia, fiso ogni sguardo alla rada e ad una balda fregata. Era quella la patria, tanto narrata dai vecchi e tanto dai giòvani udita, la già

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altrimenti. Chè, se il lor piede si tratteneva, puranche, sovra i terreni che mano mano lor guadagnava il lavoro, scorrèa l'àvido sguardo e ristava in que

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mollìssimo velo. Tecla alzò le palpèbre, riposò piani gli occhi su Gualdo e gli arrise. Lo sguardo di lei sarèbbesi detto indrizzato. Vi si leggèa

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piuttosto filaccie a mal nascoste ferite. Benchè comune fosse stato il delitto, si evitàvano, a muta, lo sguardo. Non era ancor l'odio al peccato, ma

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importa la memoria in altrùi agli obliati di sè? E, a pensier tale, in amarìssima goccia si spegneva lo sguardo, che, molti, di sè medèsimi ingannatori

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, quasi tementi incresparle, pur con un rùvido sguardo, il piano specchio del sonno. Ma la fragilità della bimba risovveniva la dura vita che la attendeva

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, ch'era un solo sorriso, tacendo, chè nulla avèa ad insegnare a quella gentile, cui il Cielo era stato il maestro, e suggendo dall'aerino suo sguardo

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, cui il sole avèa dato il colore alle chiome, i gigli e le rose alle guancie, e alla pupilla il cielo. E Forestina, tendendo lo sguardo all'altìssimo

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immoti, accompagnàndole con gli occhi intensi di sguardo. Quantunque, corrotti il palato dal pimento dei vizi, male potèssero assaporare la tenuità di un

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dissimulàrselo. E giràvano, interrogante, lo sguardo, ora alla ignota terra, seguèndone il dorso montuoso, findove, digradàndosi e incelestendo, sfumava

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superbamente, e lo sguardo di lui esigeva l'applàuso. Umanità vanitosa, che, non potendo della virtù, ti glorii del vizio! Senonchè, Aronne, ghignando: - Vera

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